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  • Immagine del redattoreAldo Fiadone

A BATTLE FOR RESPECT!




Il wrestling è fatto di tante cose, ma prima di ogni cosa, il wrestling è arte nella forma più intensa e pura che questo termine possa rappresentare.

Una forma d'arte espressa in tanti modi, uno su tutti i promo e, conseguentemente, l'abilità al microfono di un soggetto per riuscire a influenzare e ammaliare il pubblico presente all'interno dei palazzetti e oggi, in questo periodo di pandemia mondiale, quello da casa.


Giorni fa, durante un caldo pomeriggio estivo in cui cercavo di godermi le mie prime ore di ferie dell'anno in serenità, stavo girovagando su YouTube per visionare segmenti del passato tra WWE, WCW e Impact Wrestling e uno di questi mi ha colto particolarmente.

Il video in questione (https://youtu.be/Fg3kS6DUNh8) riguarda un promo di Sting fatto durante la "Road to Bound For Glory" nell'ormai lontano 2008 (12 anni fa, sono vecchio), in cui "The Icon" denunciava la violenza di Samoa Joe e quindi le azioni di quest'ultimo senza rispetto alcuno nei confronti di veterani e leggende del business. Da li si accese una rivalità che portò al loro bellissimo match in quel di Chicago e, tempo dopo, alla nascita della più grande stable vista nell'allora TNA, la Main Event Mafia.


La storia si può scrivere in tanti modi e per Impact quello fu uno di questi, c'è però un fattore inerente quel promo che mi fa riflettere e cioé il fatto che Sting citi il rispetto nei confronti dei veterani, delle leggende che hanno scritto la storia del wrestling business.

Ebbene, in un epoca in cui tutto è cambiato e anche il pro wrestling sembra aver subito le grinfie di un maledetto virus, vi troviamo ascolti in ribasso e scarso interesse del pubblico per la disciplina, ma perché mai? è forse colpa dell'assenza di un buon prodotto? O è la mancanza di idee? Potrebbe essere la mancanza di giovani in rampa di lancio? In realtà nessuna di queste domande ci consegna la vera risposta al dilemma e allora vi pongo il quesito in un altra forma, quella che si ricollega al promo citato...

Cari lettori, vi siete mai chiesti se in questo momento c'è qualcuno tra i "nuovi veterani" capace di essere paragonato a nomi come quelli di Sting, Hulk Hogan, Ric Flair, John Cena, Undertaker, Edge, Randy Orton, Triple H? Esiste? Io credo in tutta onestà di no e proprio per questo mi accorgo che il vero crollo del wrestling è avvenuto per tale mancanza.


Anno dopo anno sono state costruite delle stelle, ognuna capace di caricarsi sulle spalle una determinata compagnia e scrivere la storia in essa. Uomini capaci di divenire immortali e pronti a far commuovere noi semplici fan quando li abbiamo incontrati dal vivo.

La WWE in primis, essendo la federazione più importante tra tutte, ha oggi questa incredibile mancanza, ma da cosa si denota?

Torniamo un attimo indietro nel tempo, autunno 2017, John Cena lotta quello che sarà il suo ultimo match come atleta in pianta stabile in WWE e viene sconfitto da quello che Vince McMahon considera come il futuro della federazione, Roman Reigns. "The Big Dog" continuerà la sua scalata iniziata ben tre anni prima e, dopo innumerevoli sacrifici, raggiungerà il tanto rincorso WWE Universal Championship che poi renderà vacante a causa della leucemia, malattia che l'atleta sconfiggerà nei primi mesi del 2019 riuscendo quindi a tornare sul ring, ma il Coronavirus bloccherà tutto e conseguentemente anche la sua rinnovata scalata al titolo in vista di WrestleMania 36.


Una volta che Cena ha abbandonato la strada della costanza con il wretling, una parte del fan medio, quello che ogni settimana segue Monday Night RAW, è venuta a mancare. Questo perché direttamente o indirettamente, quel fan si è accorto quanto Vince e soci siano stati incapaci di costruire una nuova stella alla pari del "Leader della Cenation". Hanno provato a fare lo stesso con Reigns, ma una gestione iniziale malsana, seguita poi dalla sfortuna con il boom del wrestling indipendente, ha mischiato le carte in tavola e reso Roman come un volto importante, ma non necessariamente un vero immortale come i suoi predecessori.

Predecessori proprio come Goldberg e Brock Lesnar, i quali vengono chiamati in causa nel momento del bisogno e, segno del destino, gli ascolti degli show si alzano come il sole a mezzodì.


Ma il non saper creare nuovi immortali da rispettare è esclusivamente colpa del booking team o anche degli atleti odierni?

Prendiamo il caso Seth Rollins, atleticamente perfetto sia dal punto di vista estetico che nell'azione in-ring, il viso è quello giusto su cui poter puntare qualcosa, poi prende tra le mani il microfono e inizi a percepire i primi difettucci, e allora lo metti di fronte un nome importante per un feud di peso, e anche li ti rendi conto della sua difficoltà nel superare l'asticella prefissata. Li, in quel preciso istante, capisci realmente quanto Seth Rollins sia uno dei tanti, uno di quei wrestler capaci di dare tanto, senza mai darci quello di cui davvero abbiamo bisogno.

Attenzione, questo non vuole essere un attacco nei confronti di Seth, ci sono molti altri con i suoi stessi difetti, ma ahimè il mondo del wrestling è cambiato, forse perché si pensa a restare basiti maggiormente dinanzi a 147 capriole o 11 superkick piuttosto che a una manovra ben raccontata all'interno di una contesa che racchiuda una storia. Se ci fermiamo solo sull'atletismo o, ancora peggio, alle superficialità, nessun wrestler crescerà mai, noi fan ci stancheremo e quelli più ignoranti daranno la colpa solo a un uomo che ha rivoluzionato questo mondo e che continueranno a chiamare vecchio di...


Quando cercate un motivo per cui seguire il wrestling e se volete realmente capire cosa manca agli show di oggi, allora riascoltate la parole di Sting in quel promo, cercate di capire se ci sono o meno dei veterani che rappresentino seriamente tale vocabolo, trovateli e se non ci riuscite, allora riguardate show come WrestleMania X-SEVEN in cui l'ottima azione contenuta nei suoi leggendari racconti, ha letteralmente plasmato nomi importanti di li a poco divenuti veterani e consacrati in IMMORTALI; elementi che oggi mancano davvero, forse perché quello che manca alla base di tutto, è il rispetto per la disciplina.

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