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  • Immagine del redattoreAldo Fiadone

Roman Reigns è finalmente Roman Reigns

Dopo anni di rabbie e perplessità da parte dei fan, Roman Reigns ha finalmente trovato se stesso.

In quanti abbiamo criticato Roman Reigns durante la sua carriera?

Quanti di noi hanno più volte urlato allo scandalo, stufi del fatto che un personaggio buono come il suo non funzionasse? Quante volte siamo stati costretti a ingoiare rospi amari per sopportare la cosa?


Il momentaneo ritiro seguito dal ritorno dopo la lotta più importante della sua vita, quella che lo ha portato a sconfiggere per la seconda volta la leucemia, sono stati elementi che hanno cambiato la nostra prospettiva verso il “Big Dog” della WWE, più in particolare di Vince McMahon.

Nonostante Reigns fosse cambiato ben poco e, allo stesso tempo, soggetto a una minor quantità di critiche, la convinzione di ritrovarsi di fronte a un volto mai consacrato, è stata cosa certa per noi tutti.


Poi qualcosa è cambiato davvero, a pensarci è stata una pandemia mondiale che ha costretto Roman a salvaguardare se stesso e, conseguentemente, ad assentarsi dal ring per diversi mesi.


Torna a SummerSlam, lo fa con un impatto non da poco. Prende a cazzotti tutti e, dopo poche settimane, la sua alleanza con Paul Heyman (uno dei momenti più epici dell'anno) e il turn definitivo, sono cose fatte.

Reigns si unisce ai cattivi e lo fa perché stufo di dover rincorrere quello che è sempre stato suo.


Stufo di vedere gente (Braun Strowman) sottrargli l'occasione che solo lui ha guadagnato in vista di WrestleMania 36 e così a PayBack, colui che è stato il volto dello Shield, si trasforma.

Con il passare delle settimane entriamo nel vivo di una vera e propria lotta familiare con suo cugino Jey Uso. Una faida che esternerà la vera radice di questo suo essere, il vero Reigns che per anni abbiamo solo immaginato.


Eccoci di fronte al Tribal Chief, un cattivo che funziona, che si prende quello che vuole senza troppe parole, che incute timore anche nei confronti dell'avvocato del diavolo, Paul Heyman. Un “Big Dog” nel reale senso del termine che comprende quello che più conta, ovvero arrivare sul ring e prendersi con la forza ciò che gli spetta.

Questo ennesimo trionfo (Hell in a Cell ndr) di una psicologia e profondità come pochi, lo innalza, lo rafforza e plasma in via definitiva per ciò che è. L'uomo a capotavola, colui che controlla le redini di una stirpe che ha fatto e continuerà a fare la storia del wrestling e della WWE.


Un Roman del genere può essere proiettato verso qualunque obiettivo a breve o lungo termine. Magari lo vedremo contro The Rock a WM 37 o forse no, ma ciò che più di qualunque altra cosa conta davvero, è avere la certezza di poter assaporare quel qualcosa che da sei anni e mezzo a questa parte, abbiamo solo potuto immaginare.


Il sogno è realtà e Roman Reigns è finalmente Roman Reigns.

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