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L' amarezza di un addio

  • Immagine del redattore: Rebel
    Rebel
  • 5 mar 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

“Analizziamo quella che sarà la futura dipartita di Dean Ambrose dalla WWE, un addio tanto silenzioso quanto amaro in attesa di ripartire altrove per costruire un roseo futuro.”




Se il 18 novembre del 2012 mi avessero chiesto chi si sarebbe rivelato il talento più interessante proveniente dallo Shield, quello che più sarebbe riuscito a impressionarmi nel passaggio da NXT a Main Roster, avrei detto ad occhi chiusi, Dean Ambrose.

Ho avuto e ho ancora oggi un gran debole per Seth Rollins, il primo campione della storia di NXT, ma Ambrose era sicuramente l’atleta che riuscivo a vedere nel giro che conta, ben più dei suoi fratelli. Dopo tutti gli avvenimenti verificati negli anni, devo però ammettere che il buon vecchio Jon Moxley è divenuto uno dei più grandi oggetti misteriosi in casa WWE e forse lo sarà ancora nel caso in cui, il giorno dopo Wrestermania, dovesse davvero lasciare la compagnia.

Come un fulmine a ciel sereno (proprio sereno non tanto, in questo periodo storico per il wrestling), è arrivata la notizia che il Lunatic Fringe non rinnoverà il suo contratto in scadenza con la federazione di Stanford. Perché? Nessuno lo sa. O meglio, possiamo immaginarlo. Negli anni la sua gestione è stata una delle peggiori riservate ai top name della federazione. Partito come il punto centrale dello Shield si è subito imposto come il leader dei tre: vittoria del titolo United States e voci su un suo possibile feud per l'alloro massimo. La separazione del trio mise però al centro dei riflettori Seth e, purtroppo, in grande evidenza i punti deboli del “Lunatic Fringe”, complice anche una serie di storyline poco interessanti che non ne mettevano in risalto le potenzialità del personaggio. Non c'è mai stata quindi una vera e propria consacrazione per Ambrose e non è mai risultato interessante con un titolo alla vita. Di fatti il suo regno da campione WWE lo ricorderemo solo per la grande notte di Money in The Bank 2016 il cui il titolo passò di mano fra i tre ex membri dello Shield.

Non mi soffermerò sui vari turn nosense che hanno contraddistinto gli ultimi due anni di Dean, ne parlerò di come si siano sprecate tante opportunità interessanti per renderlo un character appetibile con una gimmick che non sia solo un pazzo germofobico imitando con scarso successo il Bane di Tom Hardy. Mi piacerebbe pensare piuttosto a come saranno queste ultime settimane in quel di Raw, con il ritorno di Roman. Si è molto parlato di una possibile faida a WrestleMania con Nia Jax nel primo intergender match della storia recente della WWE, ma settimana dopo settimana, con il suo addio quasi certo, sembra chiaro che non ci saranno grandi piani per lui nello show più importante della federazione, e questo fa molto male. Fa male perché il professionista Jonathan David Good merita di lasciare la compagnia con un incontro a Wrestlemania e merita che questo incontro sia un match che noi fan ricorderemo come l’ultimo match di Dean Ambrose in WWE. La verità è che la federazione di Vince difficilmente lo inserirà in una storyline interessante nel giro di cosi poco tempo e ancora una volta, sarà un’occasione persa come le tante altre.

Ma cosa potrebbe riservare il futuro per Ambrose dopo la sua dipartita dalla WWE? Ovviamente si è subito pensato ad un suo approdo in AEW! Prendere un Dean scontento e metterlo in un contesto cosi interessante potrebbe far bene alla federazione che sta nascendo in questi mesi, ma davvero Ambrose ha bisogno della AEW? Per me un suo approdo nella federazione di Cody & Friends non alzerebbe di molto lo status della compagnia e risulterebbe solo una figura da accontentare, magari con una presenza costante nel giro titolato.

Bisogna anche considerare che in All Elite ci saranno molti atleti a contendersi la zona alta della card come: Omega, Cody, Pentagon Jr., Neville, Jericho... gente che, a mio modo di vedere, ha molto più carisma e molta più possibilità di imporsi nella nuova federazione. La AEW per me non sarebbe la scelta migliore, anzi, forse sarebbe proprio la prima scelta da scartare. Piuttosto opterei ad un ritorno alle origini e fare ciò che sta facendo PAC con la Dragon Gate. Ambrose potrebbe tornare in CZW e alzare il livello mediatico della federazione facendo qualche comparsa anche in ROH e ad Impact, dove un nome importante come il suo potrebbe diventare la punta di diamante dello show, senza dover essere necessariamente eclissato da altri lottatori ben più in palla di lui.

Insomma, Dean Ambrose ha bisogno di una federazione che punti forte su di lui e che gli renda la giusta consacrazione che in WWE troppo spesso gli è sfuggita di mano.

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