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  • Immagine del redattoreAldo Fiadone

"The Death of WCW" - La Recensione




Non starò qui a farvi un riepilogo sulla storia della WCW, la conosciamo tutti ed è un racconto morto e sepolto da ben 19 anni.

Voglio parlarvi invece di un libro che si, è inerente alla WCW, ma ne parla in modo differente, con l'occhio di un fan, un writer, un insider, un critico e un giornalista; vi sto parlando di “The Death of WCW” scritto da R.D. Reynolds e Bryan Alvarez con un interessante introduzione di Dave Meltzer.


Prima di entrare nel dettaglio, vi ricordo che per qualunque chiarimento, critica o altro, potete contattarmi attraverso la mail, aldofiadone@gmail.com. Sarà mio piacere poter interagire con ognuno di voi!


Questo accumulo cartaceo che oso definire Bibbia del Pro Wrestling non è altri che un manuale utile per qualunque imprenditore, miliardario o fan con buoni sponsor alle spalle, abbia intenzione di dare vita a una compagnia di wrestling. Dargli un ossatura, svilupparla, intensificarla e portarla al successo. Ancora più importante, insegna come mantenere a galla quella barca una volta che ha solcato i sette mari ed è quindi a stretto contatto con il successo.

È un libro istruttivo e valido anche per nuove realtà come per esempio la All Elite Wrestling dei Khan e come era valido dieci anni addietro per l'allora TNA di Dixie Carter.In effetti il trio dell'Observer fa diversi riferimenti alla Total NonStop Action con netti paragoni della precedente WCW, alcuni presi appieno altri che gli sono passati di fianco, ma la vera morale di questo racconto (in fin dei conti lo è anch'esso) è quella di non affidare mai e poi mai il controllo di un attività a persone con un ego smisurato e cieco davanti alla possibilità di far crescere nuovi talenti utili per il cambio generazionale che in questo business vi si trova.

Si può dire che il wrestling è fatto a scale, c'è chi scende e c'è chi sale e la World Championship Wrestling è salita in alto raggiungendo picchi che ancora oggi sembrerebbero impensabili, una costruzione a rilento, ma fruttuosa e poi? Poi è bastato un battito di ciglia per rovinare tutto, per rendere i profitti di due anni in debiti nella metà del tempo; per trasformare un volto in uno dei tanti; o peggio per non essere consapevole di continuare a sbagliare prendendo scelte di dubbio gusto trasformando il tuo spettacolo in un circo.


A chi mi riferisco? All'ego di Hogan, all'incompetenza di Nash, al menefreghismo di Hall e di altre prime donne, ai soldi sprecati, alla stupidità di Vince Russo e peggio all'ossessione di Eric Bishoff, tutti elementi che hanno mangiato viva una compagnia e che hanno rischiato di distruggerne un altra (appunto la TNA).Se nel primo caso ci sono state anche alcune sfortune come gli accordi televisivi saltati all'ultimo momento e quindi un operazione di rivendita finalizzata solo con la WWE (Da 500 milioni offerti nel 2000 ai 3 concretizzati nel 2001), nel caso della TNA ora conosciuta come Impact Wrestling sono subentrati altri investitori, altri volti di cuore e testa, ma soprattutto con spirito e devozione per il wrestling e per la compagnia stessa, persone capaci di far rinascere un prodotto dalle proprie ceneri e dare vita a un ciclo concretizzato negli ultimi due anni.

Si, Impact è rinata, ma in verità si lecca ancora una buona dose di ferite che i mercenari Hogan e Bishoff gli hanno arrecato, due persone che non hanno capito a fondo la delicatezza di questo business e con una ben DUPLICE dimostrazione è difficile dire il contrario.


Il libro che vi cito ci narra anche di come bisogna circondarsi di persone che conoscano questo business e che abbiano un occhio oculato per esso, oggettivo e senza ombra di dubbio critico, fattori utili nel creare un pacchetto di qualità e piacevole al pubblico dal vivo e da casa.

Ci fa comprendere come si porta avanti un piano a lungo termine così da creare phatos e voglia di non perdersi neanche un episodio del nostro spettacolo (per esempio il fantastico feud tra Hogan e Sting o la costruzione di un indistruttibile come Goldberg e la sua streak poi ahimè rovinata).

La rabbia sale quando ripenso agli anni spesi dalla TNA per rendere AJ Styles il suo volto, poi arriva Hogan e AJ viene “Flairizzato”, gli strappa il titolo in favore del primo ex WWE che gli si pone davanti (RVD ndr), lo mettono in ridicolo e poi? Poi stranamente Hulk lascia Impact e Styles torna campione del mondo... una coincidenza? Non credo proprio.Pensiamo di recente alla ROH, mesi e mesi a costruire mattone su mattone per porci dinanzi un elemento come Jeff Cobb e poi? Poi l'ex campione di Lucha Underground, ROH World TV Champion e NEVER Openweight Champion viene sconfitto in modo netto e pulito da un heel (allora campione Ring of Honor, Matt Taven) vedendosi rovinato tutto il percorso intrapreso fino a quel momento. Possono esserci mille parole e discorsi a riguardo, ma come l'esempio di Styles, tali restano scuse portate via dal vento.


Questi sono i più basilari errori commessi in primis dalla WCW, quei piccoli botti che piano piano l'hanno portata alla rovina e, pensate un po'? Come anche la TNA 10 anni fa, ora anche la ROH non naviga in ottime acque proprio a causa di un prodotto scadente pronto ad essere messo in salvo da Marty Scurll... ma ci riuscirà? Può un atleta con una gimmick straordinaria che lo ha reso uno dei più noti volti della disciplina prima in UK e poi nel resto del mondo, intraprendere al meglio la carriera dell'head writer, cosa mai testata prima?Sicuramente le esperienze lottate di federazione in federazione lo potranno aiutare, ma è difficile quando queste non hanno avuto luogo in major come la WWE. D'altronde non bastano una decina di match in NJPW a cambiare la considerazione, così come non basta aggiungere un membro alla tua stable e lanciare il tuo team contro il mondo intero.

Ho guardato uno degli ultimi eventi della compagnia, che ha visto un altro cambio di titolo mondiale da PCO (vecchio e scadente sul ring, reso campione perché risultato over con il pubblico a causa della sua gimmick che lo vede interpretare letteralmente un morto risorto grazie a una sedia elettrica) a Rush con quest'ultimo che al posto di essere gestito come il più classico dei big man cazzuti con o senza manager, si vede ora nelle vesti di un heel a capo di una copia spudorata dei Los Ingobernables de Japon solo perché lui era parte della prima vera fazione nata nella CMLL in Messico.Dove sta l'inventiva? E dove sta la faida che deve farmi saltare dal divano?

Basta tornare nel 2016, guardarsi il feud tra Lethal e Cole per trovare qualcosa di semplice, diretto e ben fatto come feud principale e se oggi mi si può dire che mancano i grandi nomi (che prima non ancora erano grandi), ti posso rispondere che ci sono sempre le buone idee a rafforzare quei nomi che già hai e proprio Impact lo dimostra grazie a profili come Sami Callihan o Tessa Blanchard che in fin dei conti sono divenuti i volti della federazione.


Le buone idee possono trasformare un buon wrestler in ottimo wrestler, un nome di secondo piano in una punta di diamante; le buone idee creano un ciclo e questo ciclo fa in modo che ci sia un alternanza all'interno del tuo roster, una rotazione ciclica che porta a una serie di scontri inediti dove qualcuno sicuramente deluderà, qualcun altro altrettanto sicuramente spiccherà per la sua qulità, ma se alle spalle c'è ottima organizzazione e grande lavoro, allora il prezzo verrà ripagato con la presenza e la fedeltà del tuo pubblico.È proprio questo il vero messaggio che ci lasciano Reynolds e Alvarez, un messaggio che dopo 19 anni è ancora tanto attuale e sicuramente lo sarà anche tra tre o quattro anni.


Supportate questo business, fatelo con passione, pubblicizzate al meglio i vostri eventi, non trascurate l'aspetto social, tastate bene il lato umano, create coesione nel backstage e no, non ingaggiate Hogan e Bishoff come dirigenti e se lo farete, mettete loro un collare perché da cani sciolti combinano solo guai. E se ve lo dice un grande fan dell'N.W.O. Credo voglia pur dire qualcosa.Fidatevi solo di chi ama il wrestling. Sempre.


Have A Nice Day... YEAH! :)

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