WWE FEARS IMPACT!
- Aldo Fiadone
- 8 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Impact mostra un prodotto genuino grazie alla sua semplicità, un concetto che la WWE pare aver dimenticato. Capiamo insieme i punti focali in cui la federazione di Toronto sembra essere superiore alla grande 'E.

WWE FEARS IMPACT! Non è un titolo a caso o uno cartellone esposto senza senso in quel di Rebellion, ma lo specchio di quello che stiamo osservando di settimana in settimana nel recente periodo.
Guardiamo in faccia la realtà, ad oggi la WWE trasmette un prodotto becero, qualitativamente penoso e, ancora peggio, con un incoerenza mai vista prima. Prima costruiscono in malo modo il loro show più importante dell'anno in cui il primo main event femminile della storia si è rivelato un flop totale; poi effettuano lo Shakeup senza ricordarsi che alcune superstar non possono mettere piede nei territori canadesi e allora mischiano nuovamente i roster la settimana seguente; cambiano il nome di una stable di puntata in puntata fino a farla stabilizzare in Viking Raiders perché la parola War è troppo aggressiva per un prodotto PG e poi?!
Ebbene si, poi arriviamo al concetto di Wild Card che vedrà ogni settimana tre superstar di RAW apparire in quel di SmackDown Live e viceversa.
Confusione tanta, incoerenza troppa... indecenza? Infinita! Questa è la WWE odierna e lo confermano i ratings in continuo calo con gente che stavolta si sente davvero presa in giro dopo anni e anni di prodotto “accettabile”. Questo periodo è più comunemente traducibile come “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” e in tutta onestà, se oggi mi ritrovo ad essere annoiato davanti ad un episodio del main roster e perdo la voglia di seguirli, un motivo ci sarà non credete?
Preferisco le alternative e si, con alternative non intendo un prodotto o una compagnia che può andare liberamente a fare concorrenza di ascolti, budget e merchandise alla WWE... con alternativa intendo un prodotto capace di mostrare qualcosa di buono, qualcosa di interessante anche nella sua semplicità.
Questo è quello che sta facendo Impact Wrestling da quindici mesi a questa parte. Una compagnia che attraverso la gestione di Don Callis e Scott D'Amore in primis, ha saputo rialzare la china e rinascere dopo gli anni di buio pesto attraversati con Hogan, Bischoff e Dixie Carter. La federazione di Toronto attualmente di proprietà del gruppo Anthem capitanato da Ed Nordholm, trasmette episodi settimanali davvero buoni definiti anche da un esperto come Dave Meltzer come il miglior show di wrestling del momento e quindi superiore a RAW e SmackDown.
La conferma non tarda ad arrivare perché domenica 28 aprile abbiamo assistito ad un altro ottimo show della compagnia, il PPV Rebellion. Un evento che non ha visto nessun match da otto stelle, ma che ha saputo intrattenere il pubblico presente nel Rebel Complex di Toronto e noi da casa. Il No DQ match tra Sami Callihan e Rich Swann ha scaldato gli animi, il main event per i titoli dicoppia in un Full Metal Mayhem match (Il TLC ndr) tra L.A.X. E Lucha Bros è stato senza ombra di dubbio l'incontro della serata (4 stelle e ¼ da Meltzer), ma il vero scontro che ha rubato la scena per la sua storyline e l'ottima costruzione è stato “Era vs Era” Tessa Blanchard vs Gail Kim, la nuova leva contro la leggenda vivente della Knockouts Division. Un match che ci ha fatto capire poche semplici cose: • Gail Kim potrebbe lottare per almeno altri dieci anni;
• Tessa Blanchard è il miglior personaggio femminile in circolazione, superiore anche a una Becky Lynch divenuta ormai ripetitiva, stagnante... onestamente quasi irritante.
• è il miglior match femminile dell'anno, superiore alla lunga anche al main event di WrestleMania 35.
Impact è rinata e anche se avrà meno soldi della WWE e probabilmente non tornerà mai ad esserle una diretta concorrente come fu dal 2009 al 2013, sappiamo che il loro è un prodotto che vale la pena guardare e che continueranno ad investire nel prossimo futuro così da riguadagnare la fiducia del pubblico.
Vedete, Impact opera con semplicità, con storie che magari abbiamo già visto, ma che risultano ben messe e ben spiegate sugli schermi. Hanno dei talenti a dir poco eccezionali e danno il giusto spazio a tutti nel bene o nel male.
La WWE macina danaro e ragiona da vera azienza, Impact no e forse è questa la linea sottile che poi , in fin dei conti non è così sottile come potrebbe sembrare.
Ci sarebbe ancora molto di cui parlare, ma preferisco non divulgarmi ulteriormente perché gradirei davvero che ognuno di voi concedesse più tempo a compagnie come Impact, ROH (che sta attraversando un periodo un po' no a causa dei tanti talenti fuggiti a Stamford), NJPW, OTT, PROGRESS e convincervi del fatto che l'odierna WWE è artisticamente (dato che il wrestling è arte) una 500 di fronte a tante Ferrari.
Recuperate Rebellion e capirete.
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